"Niente di speciale" - di M. Janssen - Lemniscaat

"Niente di speciale": un albo illustrato per bambini da leggere e da guardare.

Un libro in cui le immagini e le parole creano la storia ma le parole non trovano corrispondenza nelle immagini. Un libro in cui il piccolo lettore, per una volta, non si identifica con i protagonisti (almeno così è stato per noi).


Che cos'è speciale per un bambino? Un'avventura avventurosa? Una gita allo zoo? Un viaggio in aereo? Un giro sul trattore?

Niente di speciale narra la storia di due bambini, Sara e Nico, che si ritrovano a raccontarsi quello che hanno fatto durante il giorno.

Dalla prima pagina niente ci lascia presagire quello che incontreremo più avanti e dalle prime battute dei due bambini sembra che le loro giornate siano state piuttosto "ordinarie" e noiose.

Nico racconta le cose "per niente speciali" che ha fatto durante la giornata come la verticale, una nuotata in piscina, un riposino, ha visto dei topolini e un paio di amici, ed ha ascoltato gli uccelli cantare.

Detto così non possiamo che essere d'accordo con lui: non sembra aver fatto chissà che di speciale (seppure il concetto di "speciale" sia piuttosto...soggettivo).
Ma ecco che arriva la novità e la bellezza di questo libro che non si deve e non si può solo leggere ma bisogna anche guardarlo.

Eh già, perchè in effetti c'è una parte della storia che solo gli occhi possono raccontare.
Cosa strana, lo so, ma è proprio così.

Perchè se vi dico che la verticale Nico l'ha fatta sulla testa di una tigre o che nella piscina c'erano un sacco di pesci coloratissimi e addirittura una balena; che il riposino l'ha fatto con una specie di simpaticissimo dinosauro; che i topolini erano migliaia, buffi e colorati; che i due amici che ha incontrato erano due leoni e che gli uccellini che cantavano erano di una varietà di colori da far invidia al carnevale brasiliano... beh, sono certa che la reazione sarà di stupore, meraviglia e sana invidia (chi non vorrebbe essere al posto di Nico?).

La stessa cosa succede poi con Sara.
Anche lei racconta la sua giornata con un tono "piatto" e per niente entusiasta.
In effetti ha solo raccolto una mela, ha solamente indossato un buffo cappello, è semplicemente andata sullo scivolo, ha fischiettato una canzone e visto una farfalla.
Tutto qui...

E anche stavolta la noia che trasmettono le sue parole si contrappone ai disegni che rappresentano ciò che racconta.
Eh sì, perchè quale bambino non definirebbe "avventuroso" l'arrampicarsi sopra sei elefanti per prendere una mela?
Chi non troverebbe speciale poter stare sulla testa soffice e pelosa di una tigre mentre indossa un buffo cappello, o poter scivolare giù per la proboscide di un elefante come fosse uno scivolo?

Eppure Sara e Nico dopo i loro racconti insistono nell'affermare che non hanno fatto niente di speciale e propongono l'indomani di fare qualcosa insieme nella speranza succeda qualcosa di eccitante.

*****

"Niente di speciale" è un albo illustrato di cui non ci si può non innamorare!
È un esempio da manuale, a mio avviso, di cosa sia un albo illustrato: ossia un libro in cui le immagini e le parole sono un tutt'uno indivisibile, nel senso che insieme creano la storia.
Il bambino ascolta quindi le parole ed esplora le immagini che raccontano molto di più delle parole scritte.

I disegni hanno dei colori fantastici e gli animali raffigurati sono qualcosa di unico per la tecnica con cui sono stati realizzati.
Le illustrazioni sono molto originali e in un certo senso complesse: vanno esplorate a fondo, più volte, alla ricerca di qualcosa di nuovo, di non-detto o non-visto.

Per me è stato uno stupore e una meraviglia ad ogni giro di pagina, sia per le esperienze fatte dai due protagonisti, sia per la loro totale mancanza di emozione di fronte ai momenti speciali che hanno vissuto.

"Niente di speciale" sembra presentarci una duplice prospettiva: quella dei bambini protagonisti e quella di noi lettori (perchè dò quasi per scontato che la vostra prospettiva ed esperienza di lettura di questo albo sia uguale alla nostra).
Questo libro ci abitua così ad uscire dalla nostra visione delle cose, per scoprire che esistono altri punti di vista.

E qui sorge spontanea una domanda, anzi quattro: com'è possibile che due bambini (solitamente entusiasti anche per molto meno) siano così apatici di fronte a queste esperienze particolari? Su cosa vuole farci riflettere l'olandese Mark Janssen?
Forse sulla soggettività con cui si guardano le cose e si vive la quotidianità?
Sulla capacità di apprezzare o meno quello che ci capita?

Sicuramente la soggettività fa parte dell'essere umano e quello che abbiamo, il nostro vissuto e i valori trasmessi, possono condizionare il nostro modo di vedere ed apprezzare le cose.

D'altra parte però possiamo riflettere sul fatto che se due bambini definiscono "niente di speciale" tutto questo, mi chiedo come abbiano vissuto fino a quel momento.
Il libro presenta quindi una forte contrapposizione tra la mancanza di emozioni e di entusiasmo nei due bambini e la magia dei disegni che ci portano a viaggiare con la fantasia in avventure sorprendenti.

Arrivo dunque alla conclusione che forse l'autore vuole suscitare stupore e meraviglia nel piccolo lettore, vuole far sì che il piccolo lettore si dissoci da Sara e Nico e sostenga invece la teoria della particolarità e del fascino per le esperienze che hanno vissuto.
Forse vuole riportare nei bambini la capacità di stupirsi di fronte alle cose, anche a quelle quotidiane che per la loro ripetitività tendono a diventare scontate e noiose.
Forse vuole far riflettere tutti noi sul fatto che, se vogliamo, anche un tuffo in piscina, il canto degli uccellini o lo scivolo al parco giochi, possono diventare qualcosa di speciale.
Tutto dipende da noi!

"Niente di speciale"
Mark Jannsen
Lemniscaat
Consigliato dai 3 anni
Un libro illustrato dove le parole non concordano con le immagini

Un libro illustrato per bambini dove tutto sarà speciale

Un libro illustrato per bambini dove tutto sarà speciale

Un libro illustrato per bambini dove tutto sarà speciale

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